TRA SARTRE E CAMUS di Mario Vargas Llosa (Recensione)

Lettura interessante perché traccia il percorso di un autore – oggi Premio Nobel per la Letteratura – che da giovane ha simpatizzato con le tesi di Sartre. Con il tempo, tuttavia, ha voltato pagina, trasformandosi in una delle principali figure del Liberalismo Sudamericano.

In questo saggio, Mario Vargas Llosa, ripercorre le tappe delle sue convinzioni, partendo da un’enorme ammirazione per Sartre, mentre non alimentava grande apprezzamento per Camus – uno degli autori considerati traditori del Marxismo – mentre oggi, Vargas spiega come dopo aver potuto maturare con gli anni, capisce come Camus avesse ragione già ai tempi in cui scriveva difendendo le idee di Libertà, senza risparmiare critiche alle forti contraddizioni del collettivismo che aveva potuto conoscere direttamente ai tempi di Stalin. Per Sartre, invece, gli ideali di Libertà dovevano passare in secondo piano, essendo più opportuno sacrificarli nel nome dell’ideale collettivista.

Insomma, non si tratta certo di un capolavoro; tuttavia, il saggio – collezione di articoli a sua volta usciti nel corso della sua carriera letteraria -, pubblicato nel 1981 può essere considerato come una specie di confessione, in cui percepisce l’evoluzione politica ed ideologica, dell’autore. In pratica, è una specie di ammissione alla propria conversione dal Socialismo al Liberalismo; infatti, dopo aver caldamente simpatizzato con la Rivoluzione Castrista, constatata l’intolleranza del regine di Fidel Castro nei confronti di chi non accettava la repressione, quando qualsiasi oppositore veniva punito con il carcere, Vargas Llosa giunge al punto di firmare, insieme ad altri intellettuali, una lettera di condanna ai metodi ai cui ricorreva il regime castrista, concludendo che per i Cubani quel cambiamento è stato certamente disastroso.

Nel 1990, Mario Vargas Llosa, tenta la sua avventura politica, per contribuire a dar fine all’andazzo socialista peruviano, partecipando alle elezioni presidenziali contro i disastri dei socialisti di Alan Garcia, ma sarà sconfitto da Fujimori più adestra di lui.

Mentre continua a scrivere romanzi tradotti in decine di lingue, vince numerosi premi letterari fino al 2017 quando gli viene assegnato il Premio Nobel. Suo suo figlio Alvaro Vargas Llosa, intanto, sembra raccogliere lo scettro dell’impegno politico ed ideologico, in modo molto più determinato,  superando in questo campo il proprio  padre, fino a diventare uno dei più attivi militanti della destra progressista latinoamericana nel movimento  libertario, acquistando grande prestigio, scrivendo tanto in spagnolo come in inglese ed attualmente, è altrettanto apprezzato nel mondo del Liberalismo delle Americhe e non solo.