Liberalismo Whig

visto da Tullio Pascoli

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I SOLITI PROFETI (2)

Intellettuali  di Paul Johnson (Recensione 2)
 
Indottrinatori Dogmatici (Karl Marx)

Continuando la recensione di INTELLETTUALI  di Paul Johnson, salto il secondo capitolo dedicato all’eccentrico poeta Shelley il quale, pur avendo a suo tempo riscosso una certa popolarità non ha influenzato il pensiero dei rivoluzionari militanti come, per esempio, il personaggio del terzo capitolo dove sotto la lente, segue la ventilata divinità di Karl Marx, passato alla storia per aver coniato pure l’espressione Capitalismo. Per cui, questo, sì può essere considerato il padre dell’ideologia del Comunismo. Fra i tanti, anche lui, senza alcun dubbio, si è avvalso di ciò che Rousseau aveva teorizzato prima di lui. I due hanno più di una caratteristica che li accomuna; infatti, come il suo ispiratore, nemmeno il filosofo tedesco può essere considerato un grande esempio di purezza, anzi: anche lui, oltre a dimostrarsi poco coerente nella pratica, è stato uno dei grandi fari per altrettanti soggetti che nel tentativo di realizzare la sua assurda utopia, hanno navigato nel burrascoso mare del Collettivismo, dove al posto del presunto paradiso del proletariato, con i loro deliranti, progetti, hanno prodotto autentici incubi mai visti nella storia umana ad  interminabili moltitudini. E se dalle idee di Rousseau  si sono formati giustizieri come Robespierre, sulla stessa strada lastricata dalle solite illusorie buone intenzioni, sono sorti altri despoti, che si sono resi colpevoli di decine di milioni di povere innocenti vittime. Per citare solo le più importanti figure in fatto di mortifere tirannie, è utile elencare i principali genocidi tra i bolscevichi, Lenin e Stalin, il grande timoniere Mao, il carnefice cambogiano Pol Pot, e dal più longevo dittatore di Cuba  Fidel Castro e ciò che potrà irritare i socialisti, ma il caso concreto è che perfino Hitler Mussolini hanno attinto le loro rispettive dottrine proprio dalle opere di Marx; sì, proprio così: entrambi erano marxisti.  Dunque, tutta “brava gente” che per creare un mondo migliore, ha generato ben oltre cento milioni  poveri martiri. (altro…)

I SOLITI PROFETI (1)

Intellettuali  di Paul Johnson (Recensione)

Indottrinatori Dogmatici (Jean-Jacques Rousseau)

L’anno scorso avevo pubblicato la recensione di un saggio del grande liberale Raymond Aron che avevo letto in seguito alle frequenti citazioni dell’indimenticabile Indro MontanelliL’OPPIO DEGLI INTELLETTUALI 

 rispolverato l’anno scorso ho riletto l’eloquente saggio per recensirlo; infatti è una di quelle letture che a distanza di decenni era e risulta tuttora assolutamente attuale. Ed in questo scenario, mi sembra altrettanto utile recensire un altro saggio sui sinistri personaggi ai quali nel 1988 lo storico britannico Paul Johnson – 

https://liberalismowhig.com/referenze/paul-johnson/ –  ha dedicato proprio ai rispettivi indottrinatori, ai quali quegli stessi dogmatici intellettuali di Raymond Aron si erano ispirati e che, ancora oggi, costituiscono quel messianismo così potente da formare le linee guida dell’ormai agonizzante Collettivismo che, tuttavia, messo alla prova empirica della realtà, alla fine, oltre a storie di tragedie e lutti, ha solo lasciato macerie sotto quanto era rimasto del muro di Berlino. Nonostante tutto ciò, ci sono non pochi nostalgici che si ostinano ancora a rimanere fedelmente abbracciati all’utopico progetto di una buona parte di idealisti della nostra più ingenua generazione che, da più di un secolo, insiste ad alimentare un ambiente, a dir poco, tossico. Qui in questa mia recensione, mi limiterò a commentare quelle personalità più celebrate che Johnson descrive la biografia. (altro…)

IL RE È NUDO

ANTI-PIKETTY – Capital for the 21st. Century (Capitale per il 21° Secolo) 

di Jean-Philippe Delsol, Nicolas Lecaussin e Emmanuel Martin (Recensione)

Illusionismo Neo-Marxista. Quando l’Araba Felice si rivela sterile.

Di Karl Marx è già stato scritto abbastanza e dal momento che ormai la sua stella non brilla più da parecchio tempo, per cui, non è nemmeno più il caso di tornare a riferire oltre l’essenziale, sul personaggio – rimandando magari alla lettura della biografia riassuntiva dell’esimio autore inglese Paul Johnson ne GLI INTELLETTUALI -, anche se il padre del Collettivismo, a torto od a ragione, si considerava il paladino della classe proletaria, mentre la sua reputazione passata alla storia non è affatto la migliore. Eppure, c’è nuovamente chi torna sui suoi notori equivoci per criticare chi, con le rispettive iniziative, di fatto, genera ricchezza, che poi, in parte, in modo aleatorio viene distribuita, a vantaggio delle grandi maggioranze. Invece, ecco chi vorrebbe riabilitare le sue ambigue se non addirittura deleterie tesi economiche, nonostante queste siano già state estensivamente confutate, prima da Eugen von Böhm-Bawerk ed in seguito da Ludwig von Mises e da tutta una classe di competenti economisti di tutto il mondo e finalmente dalla stessa storia.

A voler sostenere che le ingiuste disuguaglianze fra gli individui, sarebbero da attribuire al Capitalismo, questa volta, è un ossessionato neo-marxista – seppur non si riconosca tale. Infatti, il più recente tentativo di redimere un Collettivismo dal volto nuovo, in chiave moderna, con la pretesa di compensare attraverso l’arbitraria espropriazione, a favore di coloro che non riescono ad accumulare miliardi, penalizzando appunto quel numero dei più intraprendenti, capaci, competenti e più meritevoli, ci prova  l’economista socialista francese Thomas Piketty che, prendendo in prestito il vecchio successo dell’opera di Marx – IL CAPITALE –, seppur superata, egli nel 2014 lancia CAPITALE PER IL XXI SECOLO viene accolto immediatamente come enorme successo mondiale. (altro…)

LA FALLACIA AMBIENTALISTA

POUR EN FINIR AVEC LES HISTOIRES D’EAU (Per smetterla con le Storie dell’Acquadi Jean de Kervasdoué e Henri Voron (Recensione)

Apocalisse e Leggende sull’Ambiente

L’ambientalismo militante ci ha provato con insistenza, ma senza mai convincere abbastanza il grande pubblico, nonostante avessero partecipato allo stratagemma importantissimi personaggi della politica, della scienza, della cultura, della finanzia mondiale e, naturalmente dello spettacolo. Tanto è vero che per alimentare l’agenda del sinistrismo dogmatico e poter ridare vita al Collettivismo ormai screditato, ma che ancora covava il suo vigore attivo sotto la cenere incandescente, i rispettivi ingegneri sociali – per usare un termine già usato da Stalin – hanno potuto cavalcare opportunisticamente la nuova onda che si è originata con la “provvidenziale” pandemia da Covid-19 che, almeno per la rispettiva “grande e nobile” causa che, di fatto, ha permesso la rinascita del loro vecchio sogno, mai riuscito ai Sovietici; sogno, tuttavia, al quale i sinistri mancini, pur cambiando sigle dei loro partiti, non hanno mai rinunciato; un progetto che aveva come finalità la realizzazione dell’ambiziosa creazione di un mondo nuovo, totalmente pianificato e controllato da politicanti e burocrati altamente indottrinati dall’ideologia ugualitaria, che ora viene utilmente dissimulata attraverso l’evanescente ideale bucolico ambientalista. (altro…)

DELL’INDOTTRINAMENTO

THE LIBERAL MIND (La Mente Socialista) di Lyle Rossiter (Recensione)

E la demagogica relativizzazione della realtà.

Fin dai tempi di Marx ed Engels, i teorici del Collettivismo avevano capito che per portare a termine il loro progetto dell’utopia egualitaria che avrebbe condotto ad un modello privo di Stato, dove ognuno avrebbe potuto ottenere secondo le proprie necessità, potendo lavorare quando  ne aveva bisogno ed andare a pescare quando ne aveva il desiderio, era necessario agire sulla mentalità umana, creando dunque l’uomo nuovo, l’umano buono libero da interessi personali. Per cui, dovendo eliminare l’individualità, cominciando dal concetto della proprietà privata, era fondamentale agire per capovolgere i valori paradigmatici della stessa famiglia, consolidati nei millenni e che secondo quegli autori eredi di Rousseau – condizionavano la struttura della società che, secondo tale linea di pensiero, aveva corrotto quello che doveva essere  il presunto e mitico “uomo primitivo felice”. (altro…)

DEL FEMMINISMO

THE POLITICALLY INCORRECT GUIDE TO WOMEN, SEX AND FEMINISM   di Carrie Lukas (Recensione)
 Femminismi etici e giusti contro deleteri femminismi politicizzati.

Abbiamo già visto come, contrariamente a quanto si dicesse, il declinante Collettivismo non si è affatto estinto con la fine dell’Unione Sovietica; infatti, sotto la cenere la brace continua ad ardere attivamente; lo constatiamo ogni giorno nei più distinti campi, da quello economico, dove gli ostinati collettivisti impenitenti, hanno semplicemente cambiato strategie: non più collettivizzazione dei mezzi di produzione, ma si sono semplicemente associati, in complicità con gli il grande capitale patrimonialista, da una parte ed a loro volta, confondendosi pure  con gli attivisti dell’ambientalismo militante. Non per niente,  lo stesso Mikhail Gorbačev con la fine del blocco comunista, si è affrettato a fondare la sua organizzazione GREEN CROSS INTERNATIONAL che al pari degli ecologisti predica la salvezza del nostro Pianeta, in detrimento del consumismo e dell’espansione industriale. Simultaneamente, su altro fronte, agiscono altri organismi, come le organizzazioni che pretendono rappresentare le diverse minoranze, avvalendosi pure della copertura delle stesse Nazioni Unite che con i sue tentacolari appendici dell’IPCC – per l’ambiente -, dell’UNESCO  per l’indottrinamento nell’ambito dell’istruzione ideologica ed ultimamente con dell’O.M.S.  con un più che attuale attivismo di conio chiaramente politico che sfrutta la corrente pandemia del CORONA VIRUS.

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PROGRESSISMO E RAZZISMO

DISCRIMINATION AND DISPARITIES di Thomas Sowell (Recensione)

In altrI scritti ho già fatto riferimento all’abuso che i cosiddetti “progressisti” di piantone con le redini del potere in mano, o di quella tifoseria solitamente di parte, commettono ed intendono imporre alla gente di come si deve e non si deve comportare e perfino esprimere. Nel campo delle libertà di espressione, quelli del “politicamente corretto” vogliono proibire alla gente di parlare con naturalità, come s’è sempre fatto perché, secondo la loro visione, i termini ai quali siamo abituati a ricorrere spontaneamente, sovente sarebbero offensivi, dunque, “politicamente scorretti”. E così, non si limitano solo a relativizzare le interpretazioni dei termini ma, da un’esagerazione all’estremo, si arriva al culmine di voler introdurre un linguaggio grottescamente neutro perché non sarebbe equo usare espressioni che per natura suonano al maschile, ciò che a sentir loro, danneggerebbe il sesso femminile.

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IL REGIME SOTTO SCACCO

HUGO CHÁVEZ – O ESPECTRO di Leonardo Coutinho (Recensione)
Miserabile Epilogo di un Paese Ricco
Non è da ieri che il regime bolivariano del Venezuela è sotto accusa; se il tiranno Nicolás Maduro, mettendo il naso fuori dal Paese dove, per ora è ancora protetto dai militari è soggetto ad essere arrestato dagli agenti dell’Interpol, per il fatto che il suo governo è palesemente coinvolto con il narcotraffico, già ai tempi del suo predecessore, esistevano incontestabili evidenze che dalla Colombia e dalla Bolivia provenivano carichi di cocaina che passavano per Cuba per poi proseguire in Africa. (altro…)

IPOCRITI

IL CASO KRAVCHENKO di Nina Berberova (Recensione)

Quando le falsità non hanno limiti…

Come già commentato in una mia recensione del saggio L’OPPIO DEGLI INTELLETTUALI di Raymond Aron, ancora una volta la storia ci mette di fronte ad un ennesimo esempio della solita doppiezza da parte degli eterni impenitenti mancini d’Oltralpe. Si tratta di un caso avvenuto nel lontano Dopoguerra, ed ora riprodotto in un libro e grazie alla narrazione di un’autrice russa, ne apprendiamo i particolari su di una delle solite da parte dei sinistri; infatti, allora, al loro rientro dal regime sovietico, importanti personaggi della letteratura non esitano a diffondere le loro critiche: Raymond AronAlbert Camus, François Furet, il britannico George Orwell, come pure il nostro Ignazio Silone ecc., mentre gli ostinati fedeli stalinisti negano tutto.

A distanza di decenni, è la volta della russa Nina Berberova che, in vista delle persecuzioni che i bolscevichi riservavano a qualsiasi individuo che solo minacciasse non integrarsi alla nuova realtà della rivoluzione proletaria ed in modo particolare quelli che potevano essere qualificati come “borghesi”, a ventun anni, mentre nel 1922, Ludwig von Mises, da buon profeta, pubblicava il suo famoso saggio SOCIALISMO, con cui 70 anni prima, descriveva come e perché il collettivismo non si sarebbe sostenuto, insieme ai genitori, era riuscita ad abbandonare la sua patria, rifugiandosi in Germania. (altro…)

DELLA DIFFIDENZA

PERSONA NON GRATA di Jorge Edwards (Recensione)
Quando all’individuo non si concede di dire ciò che pensa.
Ci sono diversi modi per descrivere i distinti sistemi politici ed economici che si sono imposti nel mondo in tempi non molto remoti. Karl Popper per esempio, si riferisce alla Società Aperta  in contrapposizione alla “Società Chiusa”; Ludwig von Mises, invece, parla di Ordine Spontaneo, per distinguerlo dal modello “indotto, imposto”; mentre il francese Alain Peyrefitte intitola il suo straordinario saggio LA SOCIETE DE CONFIANCE  (La Società della Fiducia) per distinguerla dai regimi in cui prevale la diffidenza.

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